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super green pass

Il Governo italiano in data 24 novembre 2021 ha emanato un decreto-legge (c.d. super green pass) contenente delle regole più stringenti, questa volta solo nei confronti dei non vaccinati. Queste nuove misure limitative delle libertà fondamentali dell’individuo, dovrebbero essere giustificate dal probabile verificarsi della “quarta ondata” a causa del possibile aumento dei contagi. Nonostante le istituzioni sanitarie avessero assicurato che con due dosi si sarebbe usciti dall’emergenza, lo Stato italiano sta obbligando la terza dose e l’applicazione di ulteriori misure normative coercitive. “L’alternativa al vaccino e al super green pass è la chiusura di tutto con pesanti ripercussioni sul natale”. Questo raccontano i mass media. Si è previsto di eliminare il tampone quale strumento valido per il green pass perché non attendibile, introducendo l’obbligo vaccinale per insegnanti e il comparto della difesa. Ma se il tampone non fosse attendibile, come è possibile per le autorità sanitarie stabilire l’aumento dei contagi se proprio quest’ultimi si basano sul test del tampone? Chi sosteneva all’inizio della presunta pandemia l’inattendibilità dei tamponi veniva declassato e insultato come negazionista. Adesso, proprio le istituzioni che hanno fondato (e che continuano a farlo) l’emergenza sanitaria sui tamponi positivi, sostengono che tali strumenti non sono più attendibili. E’ palese che la vaccinazione è uno strumento di protezione individuale e che non impedisce il contagio, ma allora perché discriminare le persone non vaccinate? Quali sono i parametri che possano giustificare e determinare una continua e sempre più stringente limitazione delle condizioni di vita delle persone? Il principio di precauzione non dovrebbe essere applicato unitamente ai principi di proporzionalità e ragionevolezza? In Gibilterra si è raggiunti il 100% della vaccinazione, ma sono in atto chiusure e restringimenti della vita sociale. Così come anche in Irlanda dove si è raggiunti oltre il 90% delle vaccinazioni. E poi, se la gran parte dei contagiati sono asintomatici e non hanno alcun problema di salute, su cosa si fonda la preoccupazione delle istituzioni tanto da giustificare altre chiusure e più gravi misure normative? 

Queste domande, che dovrebbero albergare dentro i ragionamenti e i percorsi di verità, non sono presenti nelle menti della maggior parte dei cittadini e dei nostri politici, i quali hanno smarrito la capacità di discernere e di distinguere la differenza tra la verità e la menzogna anche quando quest’ultima si riveli evidente. Per insabbiare il palese fallimento della gestione sanitaria e della campagna vaccinale, il potere vuole discriminare le persone non vaccinate quali unici responsabili di eventuali altri contagi e chiusure. Inutile riprendere i dati ufficiali, i numeri e grafici che indicano e descrivono una situazione diversa da quella imposta dalla narrativa ufficiale. Chi non ha ancora capito sino a questo momento non può comprendere anche di fronte all’evidenza logica. 

La verità è che siamo immersi in uno Stato di eccezione e non di emergenza. Se fosse un’emergenza ne saremmo già usciti proprio per il carattere temporale e provvisorio dell’emergenza stessa. Mentre, lo Stato di eccezione sta determinando uno stravolgimento delle regole sociali per il tramite della menzogna e del più grande esperimento di manipolazione di massa su scala globale mai esperito sino ad oggi. La certezza del diritto da cui discende il concetto di legalità, è stata sostituita con uno Stato di incertezza del diritto. Quindi la produzione normativa dello Stato italiano, da quasi due anni, non risponde più al principio di legalità. Tale principio consiste nel fatto che lo Stato formuli una legge stabile e che i cittadini sappiano in cosa consiste questa legge. Nel momento in cui le norme del Governo non si fondano su parametri certi e stabili relativamente alla definizione di emergenza sanitaria, siamo di fronte all’arbitrio e ad una trasformazione dell’ordine giuridico, al tentativo di trasformare il nostro modo di vivere. Se non abbiamo più un riferimento ad una normativa stabile vuol dire che viviamo in uno stato di “illegalità fluttuante” (cit. Agamben). Uno Stato di questo tipo non è più uno Stato legale perché la certezza del diritto è venuta meno. Ritengo molto marginale appellarsi in questo momento alle leggi e alla Costituzione perché ci troviamo di fronte ad una forza di legge fluttuante che può essere assunta di volta in volta da un certo soggetto anche esterno al nostro ordinamento come può essere un comitato tecnico scientifico, un medico, un organismo internazionale oppure semplicemente un poliziotto che decide la situazione del momento. Sempre il filosofo Agamben suggerisce la conoscenza del pensiero di Ernest Frank (uno storico del diritto) che nel 1943, ha cercato di spiegare lo Stato fascista e nazista. Lui chiamava questo tipo di modello come Stato “duale”, nel quale resta in piedi la struttura normativa precedente dello Stato e a questo si affianca uno Stato indeterminato, discrezionale. Il Governo reale si fonda su questa dualità, in cui la prima struttura rimane inerme anche se presente, mentre la seconda è quella operante. Uno Stato non unitario, ma un doppio Stato, arbitrario da una parte e razionale dall’altra. La situazione che stiamo vivendo in questo momento discende da questa ipotesi di modello di Stato. Si potrebbe ipotizzare che tutti gli alti funzionari (magistrati, ufficiali delle forze armate, dirigenti governativi) si sentano parte dello Stato formale ritenendo in questo modo legittime le misure normative che, invece sono prodotte dallo Stato arbitrario. Questa stessa percezione colpisce il cittadino che si sente avvolto dalla coperta di una finta legalità. Ne consegue che oggi, il cittadino che contesta le misure normative atte a limitare la propria libertà individuale in nome di una presunta e non accertata salute collettiva, deve scontrarsi con un magistrato che esegue le regole imposte da uno Stato arbitrario celato sotto le mentite spoglie di uno Stato formale. 

Ma v’è di più! 

John Stuart Mill nel suo trattato – Sulla Libertà – scriveva Quindi non è sufficiente proteggersi dalla tirannia del magistrato; ci si deve proteggere anche dalla tirannia dell’opinione e del sentimento dominanti, dalla tendenza della società ad imporre, con strumenti diversi dalle pene civili, le sue proprie idee e le sue proprie abitudini con norme di condotta su quelli che dissentono, ad ostacolare lo sviluppo e, se possibile, a prevenire la formazione di qualsiasi individualità discordante con i suoi punti di vista e a costringere tutti i caratteri a foggiarsi secondo il suo proprio modello.” 

Una maggioranza di persone ipnotizzate, persa dentro i rivoli della menzogna, sono, a loro insaputa, il braccio armato dell’attuale Stato arbitrario e dispotico. Siamo stati per decenni incasellati, misurati e addestrati ad essere docili e utili all’occorrenza. Michel Foucault nel suo libro – Sorvegliare e Punire – spiega molto bene come è possibile per un sistema assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze. Fortunatamente, l’uomo nasce libero anche se ovunque è in catene come sosteneva Rousseau. Riconoscere queste catene è sinonimo di intelligenza che è la base di ogni percorso di liberazione.   

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Comments(2)

    • Francesco Paolo Schettini

    • 2 anni ago

    Grazie Domenico

      • Trivisano

      • 1 anno ago

      Aspettando la LIBERAZIONE(parola ultima di questo POST) che nascerà innanzitutto dentro di noi!

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