La Costituzione italiana. Una promessa tradita?
Mi preoccupa ascoltare una certa politica desiderosa di modificare e/o riformare la Costituzione allorquando, risulta evidente, l’attuale versione non è stata interamente applicata, soprattutto nella parte in cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge“. Siamo molto lontani dall’uguaglianza di tutti i cittadini, anzi, siamo molto vicini alla concentrazione di una spropositata ricchezza e potere in poche mani come non mai. Mi preoccupa la tolleranza del cittadino dinanzi alle palesi disuguaglianze e la sua indifferenza dinanzi allo svuotamento di senso della Carta costituzionale. I principi fondamentali della nostra Costituzione indicano delle mappe di senso e di significato della vita individuale e sociale, fuori dalle quali il cittadino diventa un ingranaggio, un semplice numero, preda e vittima della volontà di potenza, ostaggio di se stesso.
Scritti briganti
Dal coronavirus alla guerra: dalla perdita della ragione alla volontà di potenza
Gli Scritti Briganti raccolgono una serie di interventi sulla vicenda del Covid-19 e su quanto, a partire dal 2020, ne è seguito socialmente e politicamente: questo libro di Domenico Conversa è, così, anche un tragitto tra le perigliose strade concettuali che stanno determinando e storpiando il passo del XXI secolo. Il 2020, annus horribilis con cui sono stati introdotti, nella socialità, stravolgimenti antidemocratici utilizzando il pretesto di un virus a bassa mortalità, è ormai diventato lo scoglio da superare per provare ad offrire una comprensione razionale della storia contemporanea che non sia soltanto il prodotto dello strombazzare dei tanti giullari ed incantatori dell’industria culturale che tutto stravolge e trasforma nel suo contrario.
Il medico a una dimensione
La medicina ha un approccio standardizzato per curare la nostra salute. Si concentra principalmente sulla malattia e poco sul malato.
Il medico è costretto a stare dentro le condizioni fissate da un particolare modello scientifico di riferimento ingabbiandolo dentro protocolli e linee guida e limitandone la sua libertà e autonomia. La persona è solo un insieme di organi da aggiustare? Nei percorsi di cura si deve tener conto anche della soggettività del paziente e delle sue variabili individuali?
Il diritto, nel regolamentare l’attività medica, cerca di indirizzare il medico verso un concetto di persona unitario dove l’originalità e autenticità di ogni individuo sono la base del rapporto medico-paziente.
La tutela della salute del cittadino deve anche essere analizzata alla luce del fatto che la medicina corre il rischio di diventare uno strumento nelle mani dell’industria culturale e dell’interesse del profitto. Un rischio attuale e inquietante.
E poi, la scienza a cui si affida la medicina è l’unica possibile?
Un libro che non pretende di rispondere a queste domande, ma solo il coraggio di porle e offrirle al dialogo e al confronto pubblico.