Una riflessione sull’attuale scenario geopolitico, tra propaganda e verità
I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno raggiunto un tale impatto emotivo e simbolico da rendere estremamente difficile una discussione pubblica che sia fondata sui fatti. Lo spazio del confronto razionale è stato occupato da slogan, ideologismi e una propaganda che non ammette sfumature. L’ingresso diretto degli Stati Uniti nel conflitto contro l’Iranapre scenari nuovi e inquietanti, difficilmente prevedibili nei loro sviluppi.
In un contesto come questo, non è più sufficiente né proponibile un pacifismo astratto e automatico, così come non è ammissibile l’indifferenza. Siamo chiamati a prendere posizione, ma con lucidità e senso critico, liberi dai riflessi condizionati delle appartenenze ideologiche.
Erich Fromm ci offre una chiave importante per leggere questi tempi. In “Avere o essere?” scrive:
“Il compito principale dell’uomo nella vita è di dare alla luce se stesso.”
In questo senso, la maturità politica e civile impone oggi un atto di nascita: un passaggio dall’adesione emotiva o tribale ai “campi” in lotta, verso una visione fondata sull’analisi, sull’etica e sulla responsabilità.
Purtroppo, l’attuale sinistra italiana – dal Partito Democratico fino a Sinistra Italiana, passando per i Verdi e Movimento 5 Stelle – si è smarrita in un moralismo superficiale figlio dell’ipocrisia. Con la pretesa di difendere i diritti umani, si è fatta megafono di posizioni che finiscono per giustificare o minimizzare forme di violenza come quelle di Hamas o di altri gruppi islamisti, dietro lo schermo di un presunto “antimperialismo”. Questa deriva, che agita le piazze e strumentalizza i giovani, è a tutti gli effetti complicità ideologica, se non materiale, con realtà autoritarie. Il sospetto che vi siano legami economici e culturali con interessi stranieri – non ultimi quelli riconducibili al Qatar – non può essere escluso e dovrebbe essere oggetto di seria indagine.
In questo contesto, la posizione tenuta da Giorgia Meloni sembra mantenere una linea di fermezza realistica e dialogica. Ha ribadito che è inaccettabile che l’Iran si doti dell’arma nucleare, ma ha anche aperto alla possibilità di una soluzione diplomatica, per quanto difficile, con la Repubblica Islamica. È un esempio raro oggi di equilibrio e senso dello Stato.
Dobbiamo abbandonare, con urgenza, le categorie novecentesche di destra e sinistra, inservibili oggi per spiegare la società, anzi alimentano la confusione e la polarizzazione.
Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo politico che metta al centro i fatti, la complessità, la dignità umana – al di là degli slogan e delle tifoserie.
Chi oggi cerca la verità non lo deve fare più per appartenenza, ma per fedeltà alla realtà