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anche se tutti io no

Questo breve articolo prenderà spunto da un testo del Prof. Sergio Caldarella dal titolo “Modernità e modelli di condizionamento”

La domanda da porsi oggi con urgenza non consiste tanto nel chiedersi perché la società è così come è, ma perché non riesce ad essere altrimenti. Per quale ragione, dall’inizio delle società storiche, abbiamo intrapreso una lunga strada violenta e bellicosa creando un modello di convivenza basato su qualità negative in cui la competizione è una delle molteplici. Nell’imporre con astuzia un modello sociale violento e predatorio si è anche sancito che ogni altra visuale venga facilmente etichettata come utopica e licenziata come irrealizzabile.

La propaganda attraverso cui si pretende vi sia un solo modello di società vuol soprattutto implicare che vi sia solo un modello di vita, ossia stabilito da chi possiede i mezzi e determina i fini. Da tempo la nostra società ha sposato la perversione della sofistica che è innanzitutto una perversione del linguaggio. Il turbamento delle parole è il primo elemento della manipolazione sofistica e ideologica. Il potere costituito ha scoperto che è più facile soggiogare gli essere umani ingannandoli che torturandoli. Il potere, grazie ad un linguaggio assoggettato all’ideologia per cui oggi l’interesse finanziario viene camuffato dalla parola “scienza”, si ritiene in grado di determinare il contenuto della realtà.

La riduzione del mondo intero alla sola forza appare a un individuo forgiato dai principi dell’ideologia, come naturale e necessario poiché è il solo rapporto entro cui egli è stato indottrinato e sottoposto. È un sottile e subdolo processo di manipolazione e condizionamento. Erich Fromm sosteneva che il sistema di valori alla base del capitalismo fosse l’uso dell’uomo da parte dell’uomo. Da qui, l’interpretazione di ogni relazione sociale o privata in una relazione economicista ossessivamente determinata da uno pseudointeresse che trasforma e interpreta tutto solo in mezzi. Le origini delle società umane, invece, è da attribuirsi nella cooperazione a scopi protettivi e difensivi.

Questa impostazione originaria contiene un’implicita fondazione etica e di responsabilità che è ben presente alla genesi della nostra specie e si mantiene nel pensiero filosofico delle origini da oriente a occidente ed è antitetica alle impostazioni dei moderni. Una volgare impostazione mercantile dominante ha allontanato sempre più il mondo dagli orizzonti dell’umanità mettendo a rischio l’esistenza della nostra stessa specie. La crisi morale e lo squallore etico del mondo sono così evidenti quanto la cecità degli individui a non accorgersi della gravità della situazione. È doveroso continuare a ricordarlo anche quando sembra che nessuno ascolti seguendo l’antico motto: etiamsi, ego non che tradotto letteralmente significa “anche se tutti, io no”.

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