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Si dovrebbe essere molto preoccupati della mancanza di discorsi pubblici in ordine e al rapporto che intercorre tra la tecnologia e la democrazia. Una tecnologia che ha alimentato certamente la democrazia ma che, come un fiume in piena, potrebbe travolgerla.
Nella seduta del 9 giugno 2021 è stato approvato un documento dalla 7a commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), a conclusione dell’indagine conoscitiva, sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento. Tale documento evidenzia che nel caso di utilizzo prolungato dei dispositivi digitali possono sorgere gravi conseguenze a carico dei minori sia fisici sia mentali e precisamente: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo-scheletrici, diabete, dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, insoddisfazione, diminuzione dell’empatia. “Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di
concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica…Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche
e psicologiche.”
Il documento specifica anche che “Mai prima d’ora una rivoluzione tecnologica, quella digitale, aveva scatenato cambiamenti così profondi, su una scala così ampia e in così poco tempo. Il motivo è evidente, lo smartphone, ormai, non è più uno strumento, ma è diventato un’appendice del corpo. Soprattutto nei più
giovani. Un’appendice da cui, oltre ad un’infinita gamma di funzioni, in larga parte dipendono la loro autostima e la loro identità. È per questo che risulta così difficile convincerli a farne a meno, a mettere da parte il telefonino almeno per un po’: per loro, privarsene è doloroso e assurdo quanto subire l’amputazione di un arto.”
Da del debutto nel 2007 dello smartphone, depressioni e suicidi tra i giovanissimi hanno raggiunto percentuali mai viste prima. Sono quasi raddoppiati, e quel che preoccupa è che il trend appare in costante ed inesorabile ascesa.
Inoltre è anche emerso che dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite, non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento. Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario. Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri.
Il documento invita e incoraggia le scuole alla lettura su carta, alla scrittura a mano e l’esercizio della memoria. A tal proposito è intervenuto il Ministero dell’Istruzione con una circolare del 19 dicembre 2022 che, facendo proprio il documento della commissione del Senato, invita i Dirigenti scolastici a considerare gli effetti dannosi derivanti dal perdurante uso di telefoni cellulari da parte degli studenti.
Sono tutte considerazioni che possono essere desunte utilizzando la logica e il buon senso e che da tempo il mondo genitoriale si trova in estrema difficoltà di fronte ad un fenomeno nuovo e inaspettato come quello della dipendenza virtuale.
Conclude il documento “Non si tratta di dichiarare guerra alla modernità, ma semplicemente di governare e regolamentare quel mondo virtuale nel quale, secondo le ultime stime, i più giovani trascorrono dalle quattro alle sei ore al giorno. Si tratta di evitare che si realizzi fino in fondo quella « dittatura perfetta » vaticinata da Aldous Huxley quando la televisione doveva ancora entrare in tutte le case e lo smartphone aveva la concretezza di un’astrazione fantascientifica: «Una prigione senza muri in cui i prigionieri non sognano di evadere. Un sistema di schiavitù nel quale, grazie al consumismo e al divertimento, gli schiavi amano la loro schiavitù ». Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro.”

https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/366985.pdf

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